Donald Trump è davvero da Nobel 12/07/2025 11:16 |
![]() Descrizione al grafico: Gentile direttore Feltri,
ma che ne pensa della proposta di Netanyahu di candidare Donald Trump al Nobel per la Pace? A me sembra una cosa folle, con tutto il rispetto per Trump, che pure non mi dispiace, ma non mi pare proprio l'uomo della concordia.
Marco Bianchi Descrizione per watch list o operatività: Caro Marco,
capisco il suo stupore, ma le confesso che io invece non ho riso. Anzi. Ho annuito. Perché, a ben vedere, la proposta di Netanyahu ha più senso di quanto si creda. Certo, oggi la sinistra internazionale si butta giù dal balcone appena sente il nome Trump. Per i progressisti, il presidente americano è una specie di Attila con la giacca blu e la cravatta rossa, il responsabile universale di ogni crimine della galassia: misogino, omofobo, razzista, guerrafondaio, probabilmente pure colpevole del riscaldamento globale e dell'inflazione. Ma proviamo, per una volta, a giudicare Trump non per le sue battute né per il suo linguaggio poco formale o poco istituzionale né per il suo ciuffo ribelle, bensì per i fatti. Egli è stato l'unico presidente americano degli ultimi decenni a non trascinare gli Stati Uniti in una guerra. Non ha bombardato a tappeto, non ha destabilizzato nuove Nazioni. Piuttosto, ha cercato, con l'irruenza che lo contraddistingue, certo, di far sedere i nemici al tavolo, cosa che alla sinistra piaceva tanto quando lo faceva un certo Obama. Trump, però, non si è limitato ai buoni propositi: ha concluso gli Accordi di Abramo, nel 2020, un fatto storico che ha normalizzato le relazioni tra Israele e numerosi Paesi arabi, Emirati Arabi, Bahrein, Marocco, Sudan, non bruscolini. Eppure nessuno ha consegnato a Trump nemmeno una stretta di mano, figurarsi un premio. E già allora sarebbe stato meritato. Più recentemente, durante la campagna elettorale, il tycoon ha dichiarato apertamente che lui parlerebbe con Putin e con Zelensky, che lui si muoverebbe per far finire la guerra in Ucraina. Poi lo ha fatto. Ci ha provato. E tuttora ci prova, pur avendo riconosciuto che l'impresa è più ardua del previsto. E non è poco, in un'epoca in cui quasi tutti i leader occidentali alimentano i conflitti a colpi di armamenti, senza mai nominare la parola negoziato. Non c'è da meravigliarsi, quindi, se perfino Hamas sì, Hamas ha riconosciuto che Trump è un interlocutore scomodo, ma con cui si può parlare, perché è affidabile e sa trattare e mediare. Forse questo spiega perché Netanyahu abbia avuto l'ardire di proporlo al Nobel: perché è stato l'unico ad avvicinare i poli opposti senza trasformarsi in un pupazzo dell'Onu o in un araldo della guerra umanitaria. Insomma, nel suo operare per la pace Trump gode di autorevolezza. E questo gli è riconosciuto sia da Israele che da Hamas, sia da Kiev che da Mosca. Intanto i sedicenti pacifisti ridacchiano e lo criticano. Ma questi signori qui cosa diavolo hanno compiuto in favore della concordia? Te lo dico io: un bel niente..............................Sarà pure un personaggio ingombrante, Donald. Sarà vanitoso, ruvido, talvolta ingestibile. Persino insopportabile. Ma non ha mai parlato di pace in modo ipocrita, e non ha mai usato la pace per fare la guerra. Perciò, la vera domanda non è: Trump merita il Nobel?. La vera domanda è: perché altri, molto più bellicosi di lui, lo hanno ricevuto? Forse, come disse il suo predecessore Barack Obama dopo essere stato premiato senza aver fatto ancora nulla: Lo prendo come un incoraggiamento. Ecco, Trump almeno qualcosa l'ha fatta. Anche se non va a genio ai rappresentanti del perbenismo. Mi spiace, caro Marco, ma io concludo parafrasando lo slogan di Netanyahu: |